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MISTER PINK – Si tratterebbe quindi di un gigantesco malinteso: nulla ha a che fare l’opera di Rebor con le panchine dipinte di rosa nè con le cabine del telefono. Rebor specifica che le sue opere non sono in alcun modo invasive e sono sempre state firmate: «La mia idea è quella che basta aggiungere un piccolo dettaglio a una scultura che sembra dimenticata per farla tornare alla ribalta e attrarre nuovamente l’attenzione del pubblico». Sono un ottimo esempio di questa filosofia artistica sia la statua con il cappello a cono dei giardini Balbo che le cornici apparse intorno alla fontana Angelica di piazza Solferino. Le installazioni di Rebor non sono autorizzare e vengono rimosse dai passanti o dalle autorità, tuttavia l’opera di piazza San Carlo è ancora lì quasi fosse un memento dei tragici fatti di quella notte.